giovedì 11 giugno 2015

Casapesenna. Appello di Giuseppe Miele e Salvatore di Bona per il bene confiscato a Venosa


Casapesenna. Abbiamo incontrato Giuseppe Miele e Salvatore di Bona,  rispettivamente fratello di Pasquale Miele (imprenditore di Grumo Nevano non piegatosi alle richieste di pizzo da parte della criminalità) e figlio di Antonio Di Bona (agricoltore giustiziato per aver assistito ad un agguato di camorra), nel bene confiscato al boss Venosa, che da qui a qualche giorno verrà aperto e reso fruibile alla cittadinanza. A farsi da portavoce per l'appello è Giuseppe, fratello del sopracitato Pasquale Miele. Il bene confiscato si trova in via Cagliari, al civico 15,  in Casapesenna.

mercoledì 1 aprile 2015

Un ricordo di Pino Daniele attraverso le parole di alcuni cittadini di Gricignano



Un omaggio al cantautore partenopeo da poco scomparso. Con Luigi D'Alterio, già noto agli amici di LivioTV, abbiamo cercato di restituire il sentimento di vicinanza e di affetto del popolo verso lo scugnizzo con la chitarra, Pinotto, come lo chiamavano gli amici, figlio del popolo che ha messo in

musica versi indimenticabili, regalando canzoni oramai immortali.

domenica 25 gennaio 2015

Gricignano - Dove stiamo andando? Una riflessione sul consumo di suolo.

Un bel quesito, semplice semplice.
Gricignano è l'emblema di quello che sta accadendo in una delle zone più antropizzate d'Europa, cioè Napoli e quella che oramai può considerarsi tranquillamente la sua estesissima periferia, che comprende - oltre alla provincia tutta della bella Partenope - anche tutto il basso casertano. Profonde trasformazioni si sono verificate soprattutto negli ultimi 30 anni, come testimonia la foto scattata nel 1974 dall'Istituto Geografico Militare Italiano. Non c'è dubbio che si sia data un'accelerata spaventosa a quel fenomeno conosciuto come "consumo di suolo". 


A cosa abbia dovuto la sua prosperità nel corso di tre millenni, Napoli, non c'è bisogno neanche di starlo a spiegare, la straordinaria fertilità della Campania Felix infatti è stata decantata da centinaia di letterati. Sottolineo con particolare enfasi questo aspetto, perchè trattasi di una problematica che non riguarda solo i nostri centri urbani, ma tutta la regione, e in generale la nazione tutta e, perchè no, anche l'Europa, dal momento che la sola piana campana ha le potenzialità per poter essere la dispensa alimentare di tutto il continente.

Ora le merci viaggiano da un capo all'altro del mondo, come anche i prodotti della terra, facendoci arrivare le arance dal Marocco e l'aglio dalla Cina, dando per scontato che sarà sempre così. Ne siamo sicuri? Per troppo tempo la campagna è considerata - specie da chi ci ha governato - come un "vuoto da riempire" e non una "risorsa". Dove andremo a finire di questo passo?



Poi un'altra riflessione che vorrei si facesse è quella relativa agli "stili di vita" che sono cambiati negli ultimi 30/40/50 anni, così com'è cambiata anche la fisionomia dell'intero territorio. "Stili di vita collettivi", non solo individuali, propri di una società complessa come la nostra. Se iniziassimo a riflettere su queste questioni, forse inizieremo anche ad intravedere le risposte - che molti si affannano inutilmente a trovare ultimamente - al "perché" sono comparse tante malattie che prima non si registravano in modo così frequente.

E' arrivato il momento di mettere al centro del dibattito politico la campagna e il lavoro agricolo.


Franco Spinelli